Alluvione

ANSA

300 milioni di metri cubi d'acqua
Quando la pioggia cominciò a cadere su Firenze nella notte tra il 3 ed il 4 novembre del 1966 nessuno poteva prevedere ciò che sarebbe accaduto. La città, reduce dalla festività di Ognissanti che aveva alternato violente precipitazioni a sprazzi di sole, si avviava verso un fine settimana che tutti si auguravano sereno, dato che la festa nazionale della Vittoria della Grande Guerra quell’anno cadeva di venerdì consentendo un lungo ponte festivo.
La pioggia però non smise di scendere per tutto il giorno successivo: in 24 ore dal cielo caddero quasi 200 mm di precipitazioni. La piena dell’Arno e dei suoi affluenti riversò nella città circa 300 milioni di metri cubi di acqua. Fu più di quanto Firenze era preparata a sostenere. I fiorentini infatti erano preparati alle rituali alluvioni d’autunno di cui erano abituati a discutere stando sugli argini o sulle spallette del fiume.

Firenze ferita
Verso sera cominciarono però ad arrivare notizie secondo le quali molti fiumi nel Mugello e nella provincia di Arezzo avevano rotto gli argini. Alle tre di notte la piena arriva in città. Alle nove di mattina l’acqua è in Piazza del Duomo.
Quasi tutta la città fu allagata, in alcune zone l’acqua raggiunse il primo piano delle abitazioni. La gente di Firenze cercò di mettersi in salvo ma non dimenticò i detenuti del carcere delle Murate che rischiavano di morire annegati.
La piena raggiunse il suo apice intorno alle sei del pomeriggio per poi cominciare lentamente a calare di pari passo con la luce del giorno. Dall’acqua, che in alcuni casi raggiunse i sei metri di altezza, riapparve una Firenze ferita, coperta di detriti e di fango.


Tirado daqui.